Esposto
La Lega Arcobaleno, con altre Organizzazioni, presenta un esposto contro Marrazzo per il taglio dell’8% effettuato sul finanziamento ai Centri di riabilitazione.
Questo è il testo riformulato dall’avvocato e che sarà depositato in settimana:
Consegnato a mani All’ Autorità Giudiziaria
per tramite dell’Autorità di P.S.
Procura della Repubblica di Roma
Palazzo di Giustizia
SEDE
nonché p.c.
Lettera Raccomandata A/R
Al Presidente Pro Tempore
Della Regione Lazio e alla Giunta Regionale
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 00145 Roma
Lettera Raccomandata A/R
Al Consiglio Regionale del Lazio
Via della Pisana, 1301 00163 Roma
ESPOSTO CAUTELATIVO
I sottoscritti TESCARI Bruno – Presidente della FISH LAZIO e Presidente della LEGA ARCOBALENO, MARSILI GENNARI Luciana – Presidente Consulta della Disabilità Municipio 12 – (altre firme sono previste prima del deposito) – familiare, avendo potuto verificare direttamente ed essendo venuti aliunde a conoscenza di fatti e situazioni contrari alla legge ESPONGONO all’Autorità di Pubblica Sicurezza e, per tramite di questa, all’Autorità Giudiziaria quanto segue:
PREMESSO CHE
Con Decreto Presidenziale della Giunta Regionale del Lazio a firma Piero Marrazzo, dall’1 gennaio 2009 la Regione ha effettuato un taglio dell’8% del budget annuale di tutti i centri di riabilitazione semiresidenziali, residenziali, ambulatoriali e domiciliari di cui all’ art. 26 legge n.ro 833/78.
Tale taglio è stato effettuato nel quadro del piano di rientro del deficit della "sanità" della Regione Lazio.
Secondo l’Agenzia della Sanità Pubblica, alla chiusura dell’anno 2007, la popolazione della regione Lazio seguita dai suddetti centri è composta da 13.846 persone, quasi tutte con disabilità gravissima o grave.A tali persone vanno aggiunte coloro che sono in lista di attesa. I responsabili dei centri di riabilitazione accreditati alla Regione Lazio, a fronte della diminuzione di risorse finanziarie, reagiscono diminuendo le relative attività e ipotizzando di dimettere i disabili dalle strutture.
RILEVATO CHE
Tali inusitate iniziative determinano, di fatto, la negazione del diritto alla salute dei soggetti portatori di disabilità nonché la diminuzione e/o la cessazione delle attività di riabilitazione stesse, violando al contempo il diritto al mantenimento delle capacità acquisite dai degenti, in palese violazione dei principi superiori sanciti dalla Costituzione agli artt. 2, 3, 32 e 38.
Risulta innegabilmente violata la lettera e lo spirito della legge 104/92 in particolare la lett. "c" del comma 1 art. 1 e comma 3 art. 3.
Un vulnus profondo viene altresì inferto alla legge 328/2000 e in particolare al comma 3 dell’art. 2, che stabilisce l’accesso prioritario ai servizi per le persone con inabilità di natura fisica o psichica, tale da rendere difficile il loro inserimento nella vita sociale.
Poiché il budget finanziario assegnato dalla regione a ciascun centro riabilitativo è proporzionato alla gravità delle disabilità assistite, mentre il taglio è dell’8% per tutti i centri, appare evidente la violazione della norma di cui all’art. 2 della legge 67/2006, che impone la parità di trattamento senza discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità .
Da ultimo le iniziative di taglio e razionalizzazione della spesa sanitaria regionale, così applicate, risultano assolutamente incompatibili con il dettato dell’ art. 2 della convenzione O.N.U. del 13 dicembre 2006, già ratificata in Italia, relativa riconoscimento dei diritti umani delle persone con disabilità, il quale, infatti, vieta "…qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia l’effetto di pregiudicare o annullare i diritti umani…".
CONSIDERATO CHE
In una situazione generale in cui le Istituzioni non garantiscono un adeguato sostegno alle famiglie, sulle quali – in definitiva - grava essenzialmente il peso dell’assistenza del familiare con disabilità, il taglio deliberato dalla Regione e applicato indiscriminatamente dai Centri di Riabilitazione per portatori di disabilità, aggrava ulteriormente tale peso. Uniche vittime di tali miopi misure di contenimento dei costi risultano essere le famiglie dei portatori di disabilità e i disabili stessi. Si tenga altresì presente che, nella composizione familiare del disabile, spesso vi sono genitori in situazione di grave disagio - per età o condizione di salute - che sarebbero impossibilitati a far fronte alla nuova situazione che si sta determinando. Va tenuto presente il fatto che mancano i criteri di attuazione del citato taglio dell’8%, indispensabili affinché la gestione del taglio non sia effettuata senza limitazioni tali da lasciare comunque inalterati i diritti garantiti dalle norme su indicate a favore dei disabili. Si fa anche notare che “l’associazionismo”, rappresentante i diritti delle persone con disabilità, non è stato consultato in sede di elaborazione del decreto, con ciò violando ancora una volta la citata Convenzione O.N.U.
In considerazione della gravità degli episodi di cui in narrativa, e dei seri pericoli per la sicurezza sociale che questi fatti comportano (stante la non adeguatezza dei contesti familiari nei quali alcuni portatori di disabilità verranno progressivamente ricondotti), i sottoscritti, ritenendo sussistere profili penalistici nel comportamento di taluni protagonisti della vicenda de qua
CHIEDONO
alle Autorità competenti che siano al più presto attivate le opportune attività investigative atte a fare luce sulla vicenda, a tutela dell’incolumità dei cittadini e della corretta applicazione della legge, attese le palesi violazioni della stessa e al precipuo fine di porre fine ad eventuali reati a qualsiasi titolo consumati (organizzativo, autorizzativo e commissivo).
I predetti sottoscritti inoltre, nel dichiararsi fin d’ora disponibili a rendere all’Autorità procedente particolareggiate informative in relazione ai reati già rappresentati ed esposti, richiedono formalmente di essere informati in caso di archiviazione del presente esposto, ai sensi dell'art. 408 Codice Procedura Penale.
Roma, li ……………………